STRATEGIA DI BRAND: IL NAMING. QUALI SONO I PASSI PER TROVARE QUELLO GIUSTO?

Con grande piacere, sono stata coinvolta nello sviluppo di un progetto di business per un cliente che vive all’estero ma che vuole investire nel Made in Italy con un nuovo Brand. Devo dire che mi trovo a mio agio quando devo mettere in piedi le attività partendo da una tabula rasa.

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Amo le sfide, i percorsi non ancora tracciati e dare vita a progetti nuovi. L’ho fatto in passato in svariate situazioni lavorative: dal creare e lanciare nuovi prodotti e nuovi mercati, aprire nuovi locali all’estero e in Italia, avviare un reparto Marketing di una holding e molto altro …..  ma era da tempo che non mi cimentavo nelle basi ovvero nel cosiddetto naming. Come si crea un nome perfetto per un brand? La scelta del nome giusto è determinante per il successo di un marchio. E’ un insieme di creatività, analisi, posizionamento e copywriting.

Un buon brand genera valore e fa parte dell’ asset intangibile dell’azienda a cui spesso si dà poca importanza. Gli asset intangibili sono considerati le Cenerentole del Marketing in quanto difficilmente misurabili, tanto che spesso non rientrano nemmeno nelle KPI quando in realtà sono determinanti per il raggiungimento degli obiettivi numerici dell’azienda. C’è un mondo dietro l’intangibile che merita di essere rivalutato attentamente dalle aziende italiane e che avrà sempre più rilevanza in futuro: marchi, brevetti, innovazione, know how, domini, networking, capitale umano, CSR, brand activism e molto molto altro. Un mondo appunto.

Tornando al Naming ecco il percorso che sta alla base della creazione:

  1. Analisi e strategia: partendo da un brief che comprenda una serie di informazioni sull’azienda, e che di solito sta alla base di un business plan esistente, si delinea una visione a lungo termine su tutta la strategia; infatti la scelta del brand name serve per racchiudere il sistema di valori aziendali che determineranno il posizionamento e definirà il target. Ricordiamoci sempre che un Brand efficace sarà poi in grado di suscitare le emozioni giuste per muovere le leve che influiranno sulle vendite. 
  2. Definizione del processo creativo attraverso mappe mentali e brain-storming: trovare un nome non è mai facile. In base agli obiettivi e alle esigenze del cliente, si può decidere di creare un nome generico ( di fantasia, inventato o che richiama un’idea) oppure distintivo ( descrittivo e specialistico); da questa fase si passa semplicemente a mettere su carta tutte le parole e le idee che vengono in mente e giocare incrociando le parole, trovando sinonimi, creando delle vere e proprie mappe mentali. Servono pazienza, delle lunghe pause, approfondimenti, riflessioni, ricerca semantica, razionalità e …. molta creatività. Ebbene sì, bisogna spremere entrambi gli emisferi del cervello! Infine serve un confronto con qualcuno. Che siano collaboratori, il cliente stesso o persone che ci possono aiutare, è importante ricevere spunti e un costante feedback sui risultati.
  3. Ricerca su coerenza di significato, semplicità nella pronuncia, memorabilità: una volta creata una rosa di nomi si passa alla fase cruciale: trovare quale tra questi è più coerente, è efficace dal punto di vista del marketing ( ovvero è chiaro ed invoglia il cliente all’acquisto), è semplice, resta in mente e non ha problemi di “misunderstanding” ( esempio se esportato in altri paesi).  
  4. Definizione del nome e permanenza nel tempo: attraverso questo percorso si arriva alla definizione del nome e della sua durabilità nel tempo. Quest’ultimo aspetto viene definito dalla sua potenzialità di creare uno story-telling capace di coinvolgere e restare memorabile nella mente del pubblico. E’ uno degli strumenti migliori che garantisce la sopravvivenza e la vitalità del brand!
  5. Domini internet: sembra una banalità ma la disponibilità del dominio è una conditio sine qua non. No dominio? No Party! 
  6. Verifica legale e deposito del marchio: può succedere di partorire un bel nome e che il dominio sia libero ma non sappiamo se esista un’altra azienda che opera in un altro settore e che abbia preventivamente depositato il marchio nella categoria di prodotto che interessa a noi. Molte aziende infatti, prevedendo sviluppi futuri in determinati mercati o nazioni, depositano il marchio anche senza utilizzarlo. Ho visto molti casi in cui si è reso obbligatorio cambiare nome, anche a lancio avvenuto, ragion per cui questa verifica è molto importante.

Un vecchio proverbio dice: chi ben comincia è a metà dell’opera.  Un errore diffuso è proprio quello di sottovalutare l’importanza e l’efficacia del Naming, che va studiato attentamente e sviluppato con l’aiuto di professionisti in quanto può rivelarsi il miglior investimento sul futuro e sul successo del business. 

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